Non me ne
vogliano i belizeani, ma già tre anni fa avevo espresso il desiderio di
visitare Tikal, il più grande sito Maya dell’area, che si trova in Guatemala,
non lontanissimo dal confine con il Belize.
Le strade non
propriamente curate hanno reso il tragitto da Belmopan a Flores, sul lago
Petén-Itza, dove abbiamo alloggiato le due notti in cui siamo rimasti in
Guatemala, abbastanza lungo, ma l’obiettivo della visita alle rovine Maya non
ci ha fatto desistere.
Viaggiando con un
bambino di un anno, non abbiamo preso in considerazione l’ipotesi di
partecipare ai tour per vedere l’alba o il tramonto dal Tempio IV di Tikal, per
cui siamo arrivati verso le 9 (ci si impiega un’oretta di auto per coprire i 60
km tra Flores e Tikal), con il sito con ancora pochi visitatori, e abbiamo
iniziato la nostra passeggiata nella giungla.
I sentieri per
arrivare nelle aree in cui le rovine sono state restaurate o sono almeno
parzialmente visibili sono ben segnalati e formano un anello: nonostante questo
abbiamo tagliato fuori due complessi della zona Nord.
Dei 575 km
quadrati di questo sito UNESCO, solo un’area di 25 km quadrati è stata scavata
e restaurata: sinceramente non so se ce l’avrei fatta a visitare più di quello
che abbiamo visto, complice anche l’alto livello di umidità che rendeva il
caldo ancor più insopportabile.
Nonostante il
caldo, Tikal merita la visita: l’impressione è quella di inoltrarsi in una
città fantasma (un po’ come Pompei), riuscendo quasi a immaginarsi i suoni e i
rumori della quotidianità (i versi delle scimmie nere urlatrici erano veri,
però).
La vista dalla
cima dei templi scalabili (il Tempio II e il Tempio IV), poi, è impagabile, in
particolare quella dal Tempio IV, il più alto con i suoi 64 mt, che spazia su
chilometri di giungla. Per i fan di Star Wars, da questo tempio è stata girata
la scena del Pianeta dei Ribelli del primo film. Sconsigliato a chi soffre di
vertigini, anche se salita e discesa si effettuano da una scala di legno
laterale e non dai gradoni di pietra del tempio (che sono veramente faticosi da
salire e scendere!).
Come ho detto, viaggiavamo con un bambino piccolo, per
cui il nostro meitai (un supporto a metà tra marsupio e fascia) è stato
essenziale per passeggiare per il sito, sia perché le recenti piogge avevano
reso i sentieri parzialmente fangosi, sia perché senza supporto sarebbe stato
impossibile salire in cima ai templi (forse non impossibile, ma schiena e
braccia avrebbero protestato).
ENGLISH
Three years ago, I had already wished to visit Tikal, the
biggest Mayan ruins site in the area, located in Guatemala, not far from the
border with Belize.
Although the distance is not that big, the not-so-developed
roads made the journey to Flores, on the Peten-Itza lake, where we stayed for
our two nights in Guatemala, really long.
We were travelling with a one-year-old boy, so we didn’t
think of taking part in one of the tours to see the sunrise or sunset from
Temple IV. We arrived around 9 am (it takes around one hour to cover the 60 km
between Flores and Tikal), not many visitors were there yet, and we started our
tour in the jungle.
The paths to get to the areas where the ruins have been
restored or are partially visible are well defined: although they form a ring,
we still missed a couple of complexes in the Northern part.
Only 25 squared-kilometers of the total 575 of this UNESCO
site have been excavated and restored: sincerely, I don’t know if I would have
made it to visit more sites, also due to the humid weather.
Tikal is definitely worth a visit: I felt that I was
entering a ghost city (like Pompeii), almost imagining the sounds and noises of
daily life (monkeys’ shouts were real, though).
The sight from the top of Temples II and IV is wonderful, especially
from the 64 meters of Temple IV, from where you can see miles of jungle all
around. For Star Wars fans, this temple is the place where the scene of the
Rebels’ Planet was filmed.
Climbing this temple is not suitable for those who suffer
heights, although the climbing is done on wooden stairs and not from the stone
steps (which make you really tired!).
As I said, we were travelling with a young child,, so our
meitai (something between a baby carrier and a wrap) has been essential, both
to walk around in the muddy paths (it was raining in the past week) and,
especially, to climb the temples without making arms and back suffer).
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