E’ la seconda
volta che vengo in Belize e, di nuovo, ho la sensazione che qui il tempo
rallenti.
Non credo sia
perché sono qui in vacanza a trovare la famiglia di mio marito e quindi non ho
un’agenda piena di cose da fare o, almeno, non è questo quello che provo:
quando vivevo in Cina, anche i giorni più vuoti passavano in un lampo.
Sembra che qui la
rilassatezza dei Paesi caraibici rallenti le lancette degli orologi.
L’elemento
interessante del Belize è che fa parte della Comunità Caraibica pur non essendo
un’isola e trovandosi nella terraferma centroamericana, in quanto ex colonia
britannica, attualmente membro del Commonwealth, in cui la lingua ufficiale è
l’inglese, come nella maggior parte delle isole caraibiche.
Personalmente
trovo il Belize molto bello perché è un crocevia: qui convivono molte etnie
diverse, tra cui mestizos, creoli, Maya, Garifuna, mennoniti e asiatici, e
queste presenze sono profondamente radicate e visibili nelle varie zone di
interesse turistico.
Il Belize fa
parte di quello che fu l’impero Maya, e ancora oggi sono visitabili diversi
siti.
Quando sono
venuta per la prima volta tre anni fa, abbiamo visitato Xunantunich (“donna di
pietra”), nel distretto di Cayo (nella parte occidentale, quasi al confine con
il Guatemala).
I 40 mt di
altezza di El Castillo, la struttura principale rimasta, rendono questo tempio
il secondo edificio più alto dell’intero Belize.
L’arrivo al sito
è particolare di per sé, in quanto bisogna attraversare il fiume Mopan su un
traghetto azionato a mano che fa la spola tra le due sponde. Percorso breve, ma
suggestivo, che poi prosegue per un tratto nella giungla.
È ancora
possibile salire in cima a El Castillo e la vista di cui si gode da lì è
mozzafiato: verde ovunque, che si stende per chilometri in tutte le direzioni.
Perché, alla fine, il bello del Belize è che possiede una vegetazione ancora
molto fitta (e speriamo che resti così), mantenuta anche dalle abbondanti
piogge stagionali e dal livello di umidità elevato.
ENGLISH
It’s the second time I come to Belize, and, again, I feel
that time here slows down.
I don’t think it’s because I’m on holiday to visit my
husband’s family, so my agenda is basically empty, or, at least, this is not my
feeling: when I used to live in China even the emptiest days ended fast.
It seems that the relaxation of the Caribbean slows down
clocks.
An interesting element of Belize is that it belongs to the
Caribbean Community, although it isn’t an island and it is located in Central
America. Being a former British colony, current member of the Commonwealth,
English is the official language, as in the majority of the Caribbean islands.
I think Belize is really nice because it is a melting pot:
different ethnic groups live here, including mestizos, creoles, Maya, Garifuna,
Mennonites and Asians, and this presence is profoundly rooted and visible in
the different areas.
Belize belongs to the former Mayan empire, and it is still
possible to visit many sites.
When I came for the first time three years ago, we visited
Xunantunich (“stone’s lady”), in Cayo District (the Western part of Belize,
close to the border with Guatemala).
The 40 meters of El Castillo, the main structure, make this
temple the second highest building in the whole Belize.
The arrival at the site is intriguing per se, since you have
to cross Mopan River on a hand-moved “boat”. The passage is short in time, but
it is highly suggestive, also because it continues with a walk in the jungle.
It is still possible to climb El Castillo, and
the sight is amazing: green landscape in all directions for miles. In the end,
the best thing about Belize is that the green jungle is everywhere (I hope it
will keep being like this), kept also by the heavy seasonal rains and the high
level of humidity.
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