Come ogni cosa, anche le festività per il Capodanno cinese
hanno una fine. Nel caso della Festa di Primavera (春节, Chūnjié)
questo avviene il 15° giorno del calendario lunare (quest’anno l’11 febbraio)
con la cosiddetta Festa delle Lanterne (元宵节, Yuánxiāo
Jié).
Ma, tradizionalmente, come si passavano questi giorni di
festa?
Come in ogni cultura, anche questa festività ha i propri
“riti scaramantici” da fare (o non fare) in momenti precisi per propiziarsi la
buona sorte nell’anno appena cominciato.
Tornando indietro di 15 giorni, prima del Capodanno,
specialmente il 28° giorno del 12° mese, è importante pulire la casa in modo da
“spazzare via” tutte le negatività dell’anno che si sta per concludere. Perché
proprio questo giorno? Ovviamente per la presenza di un detto in lingua cinese
(in questo caso in cantonese, 年廿八 洗邋遢 Nián niàn bā xǐ lātà) che
significa “lavare via lo sporco il “nian er ba” [il 28° giorno].
Al contrario, il primo giorno dell’anno (过年, Guònián)
non si fanno pulizie per non far andare via la buona sorte; invece, ci si reca
a visitare genitori e nonni (che attendono i nipotini con le “buste rosse” [红包,
Hóngbāo] piene di soldini).
Di solito per festeggiare si scoppiano petardi e fuochi d’artificio
per spaventare con il rumore lo spirito maligno chiamato Nian (年兽,
nián shòu) ma negli ultimi anni le grandi città (quanto meno Shanghai) li hanno
vietati in tutta l’area urbana.
Tradizionalmente, il secondo giorno (开年, Kāi
nián) era dedicato alla visita delle donne sposate ai propri genitori: questo
perché l’usanza prevedeva che le donne, dopo il matrimonio, si trasferissero a
vivere nella casa del marito.
Il terzo giorno (赤口, Chìkǒu) nei villaggi si
bruciano offerte di carta, sempre per propiziare la ricchezza. In questo e nel
quarto giorno non sono previste visite, se non ai defunti, anche perché il
numero quattro (四, Sì) è sempre associato alla morte, che si pronuncia Sǐ
(死).
Il quinto giorno (破五, pòwǔ),
dedicato alla nascita del dio della ricchezza, si mangiano nuovamente i ravioli
(饺子,
Jiǎozi).
Sapreste dire perché si mangia proprio questa pietanza?
Saltando al settimo giorno, si celebra la creazione dell’uomo
(人日,
Rén rì) per cui ognuno viene considerato più vecchio di un anno. E cosa si
mangia per propiziare la ricchezza? No, non i ravioli…questa volta pesce (鱼生,
Yú shēng)!
Oggigiorno i giorni festivi (quelli in rosso sul calendario,
per intenderci) terminano qui e tutto torna alla normalità della vita
quotidiana.
Tradizionalmente, invece, l’ottavo, il nono e il decimo
giorno erano dedicati alla nascita dell’Imperatore di Giada (玉皇, Yù
huáng), il re del cielo taoista, a cui rivolgere preghiere e offerte.
Quasi alla conclusione delle festività, il tredicesimo
giorno, ci si dedica alla cucina vegetariana per purificare il corpo a causa
della grande quantità di cibo consumata nella settimana e mezza precedente. Questo
giorno è anche dedicato al generale Guan Yu (关羽, Guānyǔ),
il dio della guerra, simbolo di lealtà e giustizia.
E arriviamo, infine, alla Festa delle Lanterne, così
chiamata perché vengono accese delle lanterne per “guidare” gli spiriti benigni
in casa. Immancabile la tradizione culinaria: in questo giorno si consumano delle
palline di riso glutinoso dolciastro, vuote o ripiene (汤圆, tang
yuán).
ENGLISH
As everything,
Chinese New Year ends as well. In the case of Spring Festival (春节, Chūnjié), this happens the 15th
day of the Lunar Calendar (which falls on February 11th this year), with the
so-called Lantern Festival (元宵节, Yuánxiāo Jié).
But,
traditionally, what did people do during these days?
As in every
culture, this festival has its own “propitiatory rites” to do (or not to do) in
specific moments so that good luck may benefit the household.
Going back
to the days before New Year, specifically on the 28th day of the 12th
month, it is important to clean the house to “wipe away” all the negativity of
the year that is ending. Why on this day? Obviously, this is because there is a
Chinese saying (in this case, in Cantonese, 年廿八 洗邋遢 Nián
niàn bā xǐ lātà) which
means “wiping away the dirt on “nian er ba” [the 28th day].
On the
contrary, no cleaning is admitted on the first day (过年, Guònián) to avoid good luck going
away; instead, people visit their relatives, and grandparents wait for their
grandchildren with “red envelopes” [红包, Hóngbāo] filled with money.
Traditionally,
people used to light fireworks and firecrackers in order to scare the evil
spirit of Nian (年兽, nián
shòu), but the governments of big cities (at least of Shanghai) banned
fireworks in the urban areas in the past years.
On the
second day (开年, Kāi
nián), married women used to visit their own parents, since, after marriage,
they went to live with their husbands’ families and did not visit their parents
often.
During the
third day (赤口, Chìkǒu), villagers burn paper offers to propitiate
wealth. There are no visits on the third and fourth day, especially because
number four (四, Sì) is
always associated with death, which is pronounced Sǐ (死) as well.
The fifth
day (破五, pòwǔ), consecrated to the birth of the god of Wealth, dumplings (饺子, Jiǎozi) are eaten
again. Do you guess why?
Skipping to
the seventh day, Man’s creation (人日, Rén rì) is celebrated. In this
day, everyone becomes one year older. What do people eat to propitiate wealth?
No, not dumplings…this time fish (鱼生, Yú
shēng)!
Currently,
festive days (those usually marked in red on calendars) end year and everything
goes back to real life.
Traditionally
speaking the eighth, ninth and tenth day were dedicated to the birth of the
Jade Emperor (玉皇, Yù
huáng), the king of the Taoist heaven, to whom to pray and give offer.
Almost at
the end of holidays, the thirteenth day, vegetarian food is served in order to
purify body from the huge quantity of food eaten during the previous week. This
day is also consecrated to General Guan Yu (关羽, Guānyǔ), the god of war, symbol of loyalty and justice.
Finally, we get to Lantern Festival, so called
because lanterns are lit to “guide” good spirits into the house. Food is
important as well: this day people eat little balls of sweet glutinous rice (汤圆, tang yuán).